Un pomeriggio di Novembre.
Sto diventando pigro, sarà la stagione che invoglia più a starsene svaccati sul divano, piuttosto che sbattersi ed uscire.
Rosa, la mia amica-padrona mugugna. Mi ha tolto la coperta, trascinandola sul pavimento, e quando fà così è Veramente Insopportabile.
Mi ha portato il guinzaglio, quindi devo uscire.
Ok, se così dev'essere così sarà...guardo fuori della finestra, la pioggia di novembre ha appena finito di lavare il mondo che ho davanti agli occhi. Peccato, che non riesca a penetrare nelle anime della gente, per lavare tutto il marcio che le opprime.
Mi addenta l'orlo dei calzoni e tira.
Rosa è un bulldog femmina, che mi ama alla follia, peraltro ricambiata.
Scendiamo le scale, e trotterellando, chi su quattro zampe chi su due, ci avviamo verso il parco, che confina con il Grande Centro Commerciale.
-Ok, solo tre giri...va bene?-
Ci provo tutte le volte, ma tanto lo so che non funziona, sarà lei a decidere se avrò camminato abbastanza.
Occhioni di Rosa che mi fissano con muto rimprovero.
-D'accordo, lo so che lo fai solo per me, e che te ne staresti volentieri nella cuccia, sotto le coperte. Vai, guida tu.-
Primo giro:
Faccio solo pochi passi e già vedo quello che non vorrei.
La signora Cesira, con il suo vecchio spolverino sempre addosso, imbottita di psicofarmaci, e legata alla panchina bagnata. Un rivolo di bava le cola dalla bocca.
La sua badante polacca, è poco più in là, che chiacchiera amabilmente con un giovanotto.
Mi avvicino, e rivivo la storia come se fosse accaduta ora:
Il vecchio Onide che le si para davanti carico di borse, all'uscita del centro commerciale, lei che cerca di scansarsi, lui che la insulta e lei che estrae dal gabardin un coltellaccio da macellaio, per poi conficcarglielo nel petto.
Onide che muore, mandando a far delle pugnette Cesira.
E Cesso, il cane scemo di Onide che si strozza legato al palo.
E poi, l'arresto, il processo, la condanna ai domiciliari per via dell'età avanzata, ma con la possibilità di brevi uscite al parco, a causa del suo cuore malato.
Incrociamo gli sguardi, ma lei è assente, come al solito.
Rosa le si accosta, poi le lecca una mano, grugnisce, le appoggia il testone sulle ginocchia. Nessuna reazione.
Cesira è stata punita, per aver alzato la testa, una sola volta nella vita.
Mi avvicino alla badante, e le faccio presente che se non slega immediatamente la signora Cesira, sarò costretto a chiamare la polizia.
Il giovanotto, che non gradisce l'interruzione, si avvicina e puntandomi un dito, e mi intima di farmi i cazzi miei.
Anche Rosa non gradisce, e gli si piazza davanti, ringhiando, con la sua bocca enorme e tutti i suoi cinquantaseimila denti.
Faccio due passi avanti e mi metto tra lei ed il giovanotto.
-Rosa, fermati.-
Poi, a bassa voce, mi rivolgo al ragazzo. Lo guardo fisso, per capire se ha intenzione di attaccar briga oppure no. Non ci vedo una gran convinzione, in quegli occhi.
-D'accordo, ci hai provato...dovevi fare la figura del macho, e lo capisco. Ma ora il discorso si chiude qui. Se la tua "bella" non slega la signora, io chiamo la polizia, punto.-
Il ragazzo arretra e confabula fitto con la badante, che poi si avvicina alla panchina e slega la signora Cesira.
-Oooohhhh, bravi, e che ci voleva? Andiamo, che abbiamo perso fin troppo tempo...-
Rosa addrizza le orecchie, punta per un attimo Cesira e poi, giuro, mi sorride.
Il sorriso di un bulldog è un'esperienza quasi mistica, la vedo con gli occhioni sbrilluccicanti, glitterati come i manga giapponesi, e le labbra che si distendono da un'orecchio all'altro, mentre la coda comincia a frustare l'aria.
Allora guardo negli occhi la signora Cesira...un angolo della bocca che si solleva, ed un occhio che si chiude, impercettibilmente.
Una strana sensazione mi accompagna mentre mi allontano, qualcosa mi sfugge, oppure no?
Vento che mi scompiglia i capelli, uno stormo di uccelli che si raduna, rimbalzando da un albero all’altro, prima di partire per la migrazione.
Le foglie sugli alberi assumono le tonalità calde dell’autunno, voglia di funghi porcini, castagne e vino novello, eppure…per qualcuno è il tempo dell’amore.
La coppietta è seduta sulla panchina. Sui trentacinque, eppure con gli occhi negli occhi come due tredicenni. Lui mi dà le spalle, posso vedere una calvizie incipiente e gli occhiali da vista dalla montatura d’acciaio, spalle strette nella giacchetta tirata.
Lei bellissima e radiosa, una cascata di capelli castani ad incorniciare un volto su cui dominano gli occhi nocciola dal taglio orientale.
Ho l’abitudine di scrutare dentro le persone, e cercare di leggerne l’anima. In questo momento vedo una ragazza che sta tenacemente sfoderando tutte le sue armi per arrivare all’obiettivo.
Le ho letto negli occhi la solitudine di una vita che non si decide ad iniziare, persa tra lavori precari e la convivenza con i genitori, con le amiche, quelle di sempre, a ripetere in eterno lo stesso copione, tra amori passeggeri che ormai non scaldano più il cuore, e serate vuote, in attesa dello squillo di un telefono muto.
E sente il tempo scorrere sulla sua pelle, ma non sono le rughe a spaventarla, no. Sono altri i segni che rimangono nell'anima, il senso di incompletezza che la sovrasta, la paura di trovarsi sola in un futuro senza certezze.
Per questo, ora sta seduta su quella panchina con quel ragazzo, dall'aspetto un po' sfigato a dire il vero, ma che non ha occhi che per lei.
Lei parla lentamente, lui tace.
Lei con le mani disegna cerchi perfetti, in slow motion, e lui segue il movimento con la testa.
Lei annuisce, lui annuisce.
Lei spalanca ancor di più gli occhioni, lui immobile e smette pure di respirare, per non interrompere questo momento magico.
A questo, ci pensa Rosa, che passando accanto ai loro piedi, esplode una scoreggia monumentale.
-Rosa! Maporcaputt…scusatela ragazzi, non lo fa apposta, è solo un cane…-
I due si alzano di scatto, ridendo.
Vedo un'ombra negli occhi della ragazza, e cerco di riparare...mi avvicino allo sfigatino, parlo piano, ma non tanto da non farmi sentire anche da lei.
-Ascolta, noi non ci conosciamo, però una cosa devo dirtela...Era una vita che non vedevo due ragazzi innamorati come voi...Quando troverai un momento più romantico di questo, per chiederle di sposarti?-
Altra scoreggia canina a sottolineare le mie parole...ma lui ormai non sente nulla, è perso nello sguardo di lei.
Mi allontano con la scoreggiona al seguito, e nel giro di tre secondi, li vedo ridere ed abbracciarsi, Rosa-Cupido ha colpito ancora...
Mi avvicino, e rivivo la storia come se fosse accaduta ora:
Il vecchio Onide che le si para davanti carico di borse, all'uscita del centro commerciale, lei che cerca di scansarsi, lui che la insulta e lei che estrae dal gabardin un coltellaccio da macellaio, per poi conficcarglielo nel petto.
Onide che muore, mandando a far delle pugnette Cesira.
E Cesso, il cane scemo di Onide che si strozza legato al palo.
E poi, l'arresto, il processo, la condanna ai domiciliari per via dell'età avanzata, ma con la possibilità di brevi uscite al parco, a causa del suo cuore malato.
Incrociamo gli sguardi, ma lei è assente, come al solito.
Rosa le si accosta, poi le lecca una mano, grugnisce, le appoggia il testone sulle ginocchia. Nessuna reazione.
Cesira è stata punita, per aver alzato la testa, una sola volta nella vita.
Mi avvicino alla badante, e le faccio presente che se non slega immediatamente la signora Cesira, sarò costretto a chiamare la polizia.
Il giovanotto, che non gradisce l'interruzione, si avvicina e puntandomi un dito, e mi intima di farmi i cazzi miei.
Anche Rosa non gradisce, e gli si piazza davanti, ringhiando, con la sua bocca enorme e tutti i suoi cinquantaseimila denti.
Faccio due passi avanti e mi metto tra lei ed il giovanotto.
-Rosa, fermati.-
Poi, a bassa voce, mi rivolgo al ragazzo. Lo guardo fisso, per capire se ha intenzione di attaccar briga oppure no. Non ci vedo una gran convinzione, in quegli occhi.
-D'accordo, ci hai provato...dovevi fare la figura del macho, e lo capisco. Ma ora il discorso si chiude qui. Se la tua "bella" non slega la signora, io chiamo la polizia, punto.-
Il ragazzo arretra e confabula fitto con la badante, che poi si avvicina alla panchina e slega la signora Cesira.
-Oooohhhh, bravi, e che ci voleva? Andiamo, che abbiamo perso fin troppo tempo...-
Rosa addrizza le orecchie, punta per un attimo Cesira e poi, giuro, mi sorride.
Il sorriso di un bulldog è un'esperienza quasi mistica, la vedo con gli occhioni sbrilluccicanti, glitterati come i manga giapponesi, e le labbra che si distendono da un'orecchio all'altro, mentre la coda comincia a frustare l'aria.
Allora guardo negli occhi la signora Cesira...un angolo della bocca che si solleva, ed un occhio che si chiude, impercettibilmente.
Una strana sensazione mi accompagna mentre mi allontano, qualcosa mi sfugge, oppure no?
Vento che mi scompiglia i capelli, uno stormo di uccelli che si raduna, rimbalzando da un albero all’altro, prima di partire per la migrazione.
Le foglie sugli alberi assumono le tonalità calde dell’autunno, voglia di funghi porcini, castagne e vino novello, eppure…per qualcuno è il tempo dell’amore.
La coppietta è seduta sulla panchina. Sui trentacinque, eppure con gli occhi negli occhi come due tredicenni. Lui mi dà le spalle, posso vedere una calvizie incipiente e gli occhiali da vista dalla montatura d’acciaio, spalle strette nella giacchetta tirata.
Lei bellissima e radiosa, una cascata di capelli castani ad incorniciare un volto su cui dominano gli occhi nocciola dal taglio orientale.
Ho l’abitudine di scrutare dentro le persone, e cercare di leggerne l’anima. In questo momento vedo una ragazza che sta tenacemente sfoderando tutte le sue armi per arrivare all’obiettivo.
Le ho letto negli occhi la solitudine di una vita che non si decide ad iniziare, persa tra lavori precari e la convivenza con i genitori, con le amiche, quelle di sempre, a ripetere in eterno lo stesso copione, tra amori passeggeri che ormai non scaldano più il cuore, e serate vuote, in attesa dello squillo di un telefono muto.
E sente il tempo scorrere sulla sua pelle, ma non sono le rughe a spaventarla, no. Sono altri i segni che rimangono nell'anima, il senso di incompletezza che la sovrasta, la paura di trovarsi sola in un futuro senza certezze.
Per questo, ora sta seduta su quella panchina con quel ragazzo, dall'aspetto un po' sfigato a dire il vero, ma che non ha occhi che per lei.
Lei parla lentamente, lui tace.
Lei con le mani disegna cerchi perfetti, in slow motion, e lui segue il movimento con la testa.
Lei annuisce, lui annuisce.
Lei spalanca ancor di più gli occhioni, lui immobile e smette pure di respirare, per non interrompere questo momento magico.
A questo, ci pensa Rosa, che passando accanto ai loro piedi, esplode una scoreggia monumentale.
-Rosa! Maporcaputt…scusatela ragazzi, non lo fa apposta, è solo un cane…-
I due si alzano di scatto, ridendo.
Vedo un'ombra negli occhi della ragazza, e cerco di riparare...mi avvicino allo sfigatino, parlo piano, ma non tanto da non farmi sentire anche da lei.
-Ascolta, noi non ci conosciamo, però una cosa devo dirtela...Era una vita che non vedevo due ragazzi innamorati come voi...Quando troverai un momento più romantico di questo, per chiederle di sposarti?-
Altra scoreggia canina a sottolineare le mie parole...ma lui ormai non sente nulla, è perso nello sguardo di lei.
Mi allontano con la scoreggiona al seguito, e nel giro di tre secondi, li vedo ridere ed abbracciarsi, Rosa-Cupido ha colpito ancora...
Secondo giro:
Di nuovo la panchina della signora Cesira in vista. E' sempre lì, ferma, assente.
Sulla panchina affianco, Giovanotto-Badante formano un insieme omogeneo, scambiandosi metri di lingua.
Passo oltre, la ghiaia scricchiola sotto le suole, qualche pozzanghera in cui si riflettono le nuvole, erba fradicia di pioggia ed odore di terra.
Incrocio i pusher maghrebini, secondo me fanno parte del piano regolatore...ogni tot alberi, tot pusher maghrebini.
Incrocio i pusher maghrebini, secondo me fanno parte del piano regolatore...ogni tot alberi, tot pusher maghrebini.
La mazzetta di banconote che hanno tra le mani è alta un dito...decido che non appena pianteranno altri alberi, cambierò mestiere.
In lontananza, una donna chiama inutilmente il suo cane...io e Rosa li conosciamo tutti e due, cane&padrona.
Lei bionda quarantenne, molto gnocca, un marito ed un figlio. La persona più vuota che conosca. A volte, capita di scambiare qualche chiacchiera, ed è il trionfo del luogo comune.
Lui, un husky grigio dagli occhi chiari, di nome Jack.
I cani in genere, ma gli husky in particolare, conservano il retaggio dei loro antenati lupi, considerando la famiglia in cui vivono come il loro branco. Le leggi del branco sono semplici ma ferree, e si basano sul rispetto. Il cane rispetta il capobranco, perchè il capobranco si è dimostrato superiore.
Ed è per questo che Jack obbedisce al padrone ed al figlio...ma non si degna di considerare la femmina umana che fa parte del branco. Semplicemente, la considera inferiore.
-Jaaaaaaaaaaackkkkkkkk!!!!!!! vieni quiiiiiiiiiiiii!!!!-
Jack scorrazza, salta, corre a zig-zag...una specie di fulmine demente.
In lontananza, una donna chiama inutilmente il suo cane...io e Rosa li conosciamo tutti e due, cane&padrona.
Lei bionda quarantenne, molto gnocca, un marito ed un figlio. La persona più vuota che conosca. A volte, capita di scambiare qualche chiacchiera, ed è il trionfo del luogo comune.
Lui, un husky grigio dagli occhi chiari, di nome Jack.
I cani in genere, ma gli husky in particolare, conservano il retaggio dei loro antenati lupi, considerando la famiglia in cui vivono come il loro branco. Le leggi del branco sono semplici ma ferree, e si basano sul rispetto. Il cane rispetta il capobranco, perchè il capobranco si è dimostrato superiore.
Ed è per questo che Jack obbedisce al padrone ed al figlio...ma non si degna di considerare la femmina umana che fa parte del branco. Semplicemente, la considera inferiore.
-Jaaaaaaaaaaackkkkkkkk!!!!!!! vieni quiiiiiiiiiiiii!!!!-
Jack scorrazza, salta, corre a zig-zag...una specie di fulmine demente.
Allora mi inginocchio e lo chiamo, in un attimo si fionda su di noi, riempiendoci di slinguazzate bavose. Rosa apprezza e ricambia, io un po' meno...cerco di prenderlo per il collare, ma è già volato via, a rotolarsi tra le cacche degli altri cani.
-Jaaaaaaaaaaacccckkkkkkkkk!!!!!!!! NOOOOOOOOOOOOO!!!!!!-
-Jaaaaaaaaaaacccckkkkkkkkk!!!!!!!! NOOOOOOOOOOOOO!!!!!!-
Allargo le braccia, io ci ho provato...signora bionda, appena rientrerà in possesso del suo cane avrà un bel daffare...saluto e passo oltre.
Sulla panchina degli innamorati ora è cambiato qualcosa.
Lei gambe strette,braccia conserte e testa reclinata sul petto, schiena dritta, rigida.
Lui ora parla, cerca di spiegarle che a trentacinque anni ancora non si sente pronto per un simile passo, e che quello che era accaduto prima non era un segno del destino, ma semplicemente un pazzo accompagnato da un cane scoreggione...
Lei trema, furia che monta.
Io, giro al largo.
Sembra che ora gli uccelli abbiano deciso di partire, lo stormo ha cessato i suoi rimbalzi da un albero all'altro e si è alzato in volo, compatto. Ormai è sera, l'aria è pulita ed i conti tornano, anche gli ultimi ritardatari si sono uniti al gruppo. Un paio di rotazioni, come a voler salutare, e poi compatti puntano a sud, lasciandoci ad attendere l'inverno.
Sulla panchina degli innamorati ora è cambiato qualcosa.
Lei gambe strette,braccia conserte e testa reclinata sul petto, schiena dritta, rigida.
Lui ora parla, cerca di spiegarle che a trentacinque anni ancora non si sente pronto per un simile passo, e che quello che era accaduto prima non era un segno del destino, ma semplicemente un pazzo accompagnato da un cane scoreggione...
Lei trema, furia che monta.
Io, giro al largo.
Sembra che ora gli uccelli abbiano deciso di partire, lo stormo ha cessato i suoi rimbalzi da un albero all'altro e si è alzato in volo, compatto. Ormai è sera, l'aria è pulita ed i conti tornano, anche gli ultimi ritardatari si sono uniti al gruppo. Un paio di rotazioni, come a voler salutare, e poi compatti puntano a sud, lasciandoci ad attendere l'inverno.
Terzo giro:
Quando l'ala del Demone oscura le anime, ciò che resta è solo Dolore.
Qualcosa è cambiato.
Rosa lo sente, io pure. Ora siamo vigili, attenti. Sento un brivido nella schiena. Tre colpi di pistola, secchi, definitivi.
Jack è a terra, guaisce cercando di capire come mai il cielo si sia riversato su di lui.
A passi lenti, la bionda gli si avvicina, lo accarezza e gli pianta altri tre colpi in testa, facendogliela esplodere.
Cambia il caricatore.
-Perchè non mi consideri, Jack? Io ti voglio bene...-
Sei colpi di fila, voragini che si aprono in quello che fino ad un secondo prima era il nostro fulmine demente.
Rosa vorrebbe scattare, ma la sto strangolando con il guinzaglio.
-Adesso stai fermo, vero? Ora mi ascolti, eh? Stronzo!!!-
Poi la bionda alza la testa e ci vede lì, attoniti. Ripone la pistola enorme nella borsetta, e saluta:
-Buonasera, ha visto che tempo? Pare che ci aspetti un inverno rigido, almeno così diceva la tv...che poi se ci ha fatto caso, tutti gli inverni dicono le stesse cose, che non è mica vero...e d'estate? Che caldo che fa, appena si arriva a trenta gradi i telegiornali non parlano d'altro...ma trenta gradi non sarà poi mica così caldo...mah, la saluto, devo andare a preparare la cena...buonasera!-
Io sto a terra, cercando di bloccare un bulldog furioso , e quella donna fa conversazione...saluto anch'io e finalmente si allontana.
Torno sui miei passi, la coppia di innamorati è avvinghiata in un abbraccio.
Mortale.
Quello che da lontano mi sembrava un bacio, da vicino assume tutt'altro aspetto.
Lui, abbandonato sull a panchina, braccia distese, testa buttata all'indietro.
Lei, a cavalcioni su di lui.
Che gli squarcia la gola a morsi.
Il corpo dell'uomo sussulta inerme, mentre la Furia consuma il suo pasto.
Lei, solleva il capo e pianta i suoi occhi nei miei.
E' bellissima, con il sangue di lui che la inonda, e me ne innamoro all'istante.
Attimi, frazioni di secondo che segnano per sempre.
-Adesso stai fermo, vero? Ora mi ascolti, eh? Stronzo!!!-
Poi la bionda alza la testa e ci vede lì, attoniti. Ripone la pistola enorme nella borsetta, e saluta:
-Buonasera, ha visto che tempo? Pare che ci aspetti un inverno rigido, almeno così diceva la tv...che poi se ci ha fatto caso, tutti gli inverni dicono le stesse cose, che non è mica vero...e d'estate? Che caldo che fa, appena si arriva a trenta gradi i telegiornali non parlano d'altro...ma trenta gradi non sarà poi mica così caldo...mah, la saluto, devo andare a preparare la cena...buonasera!-
Io sto a terra, cercando di bloccare un bulldog furioso , e quella donna fa conversazione...saluto anch'io e finalmente si allontana.
Torno sui miei passi, la coppia di innamorati è avvinghiata in un abbraccio.
Mortale.
Quello che da lontano mi sembrava un bacio, da vicino assume tutt'altro aspetto.
Lui, abbandonato sull a panchina, braccia distese, testa buttata all'indietro.
Lei, a cavalcioni su di lui.
Che gli squarcia la gola a morsi.
Il corpo dell'uomo sussulta inerme, mentre la Furia consuma il suo pasto.
Lei, solleva il capo e pianta i suoi occhi nei miei.
E' bellissima, con il sangue di lui che la inonda, e me ne innamoro all'istante.
Attimi, frazioni di secondo che segnano per sempre.
Uno sguardo, e scopri di amare, incondizionatamente, da sempre e per sempre, quello sguardo.
Ora è Rosa che mi trascina via, mentre la Furia riprende il banchetto.
Vedo due che rotolano a terra, in fondo al sentiero, sono i pusher maghrebini, le lame brillano alla luce dei lampioni.
Uno resta a terra, l'altro si alza, fa pochi passi barcollanti, e crolla.
Sono fermi tutti e due, ora. Mi avvicino.
Ora è Rosa che mi trascina via, mentre la Furia riprende il banchetto.
Vedo due che rotolano a terra, in fondo al sentiero, sono i pusher maghrebini, le lame brillano alla luce dei lampioni.
Uno resta a terra, l'altro si alza, fa pochi passi barcollanti, e crolla.
Sono fermi tutti e due, ora. Mi avvicino.
Il primo caduto ha seminato un po' di intestini, devo stare attento a non scivolare...il secondo, rantola, ma stringe tra le mani il malloppo. Mi guarda, speranzoso. Gli occhi innocenti di un bambino che non vuole morire.
-Aiutami...posso pagare...-
Gli scarponi antinfortunistici che uso per le passeggiate nel parco sono molto comodi, ed hanno la punta d'acciaio.
A pallone ho sempre fatto schifo, lo sanno tutti, come sanno pure del mio potentissimo Tiro Mancino di Punta Piena.
Ora che la punta del mio scarpone gli spappola il cervello, lo sa anche lui.
Raccolgo la mazzetta, saranno diecimila euro...per un po' non dovrò cambiare mestiere, ed il Comune si è risparmiato un po' di alberi. Cerco Rosa, che nel frattempo si è defilata...rumore di mascelle...
-Rosa, checcazzo...non ti puoi mangiare gli intestini di un pusher, cazzo! Ti fa male, porcaputtana, chissà cosa si era fatto quello stronzo....cazzo, sputa! Sputa!!!-
-Aiutami...posso pagare...-
Gli scarponi antinfortunistici che uso per le passeggiate nel parco sono molto comodi, ed hanno la punta d'acciaio.
A pallone ho sempre fatto schifo, lo sanno tutti, come sanno pure del mio potentissimo Tiro Mancino di Punta Piena.
Ora che la punta del mio scarpone gli spappola il cervello, lo sa anche lui.
Raccolgo la mazzetta, saranno diecimila euro...per un po' non dovrò cambiare mestiere, ed il Comune si è risparmiato un po' di alberi. Cerco Rosa, che nel frattempo si è defilata...rumore di mascelle...
-Rosa, checcazzo...non ti puoi mangiare gli intestini di un pusher, cazzo! Ti fa male, porcaputtana, chissà cosa si era fatto quello stronzo....cazzo, sputa! Sputa!!!-
Le infilo il braccio in gola, e lei vomita, per fortuna...intestini macinati si spargono sul vialetto.
La buldogghessa mi guarda corrucciata e riprende il giro, poi parte di scatto verso una figura minuta, che a passi lenti si avvia verso l'uscita del parco.
La raggiunge ed è tutto un festeggiare...si vede che è felice.
Le guardo da lontano, la signora Cesira e Rosa che le salta intorno.
La buldogghessa mi guarda corrucciata e riprende il giro, poi parte di scatto verso una figura minuta, che a passi lenti si avvia verso l'uscita del parco.
La raggiunge ed è tutto un festeggiare...si vede che è felice.
Le guardo da lontano, la signora Cesira e Rosa che le salta intorno.
Sulla panchina sono rimasti giovanotto&badante, i petti squarciati, ed i due cuori uniti in un abbraccio eterno.
Cesira sorride dolcissima, mentre mi mostra il coltellaccio che tiene all'interno del gabardin...pare che le vecchie abitudini siano dure a morire.
Con passo lieve Cesira se ne va, mentre Rosa torna da me, decisa a finire la passeggiata.
Maledetta cagna.
Cesira sorride dolcissima, mentre mi mostra il coltellaccio che tiene all'interno del gabardin...pare che le vecchie abitudini siano dure a morire.
Con passo lieve Cesira se ne va, mentre Rosa torna da me, decisa a finire la passeggiata.
Maledetta cagna.